Enrico Del Debbio, Arnaldo Foschini e Vittorio Morpurgo, Farnesina (ex Palazzo Littorio; Roma, 1934-1943)


Descrizione

Nel 1934 venne bandito il concorso per la costruzione della nuova, monumentale sede del Partito Nazionale Fascista, da costruirsi nel cuore di Roma secondo linee guida stabilite dal governo. I lavori di costruzione di Palazzo Littorio, però, furono avviati nel 1937 in un’altra area, più periferica, adiacente al Foro Mussolini, sul progetto che si era aggiudicato il concorso: quello a firma degli architetti Enrico Del Debbio, Arnaldo Foschini e Vittorio Morpurgo. Già nel 1940, ancora prima del completamento dei lavori, l’edificio cambiò destinazione, diventando sede del Ministero degli Affari Esteri, ma il cantiere fu interrotto nel 1943 per il sopraggiungere della Seconda guerra. Venne poi ultimato dagli stessi architetti dopo il conflitto, dal 1946 al 1959, quando venne ufficializzato l’insediamento del Ministero degli Affari Esteri all’interno del Palazzo della Farnesina (questa la nuova nomenclatura). Tra gli anni Cinquanta e Sessanta furono banditi alcuni concorsi finalizzati alla decorazione dell’edificio – dipinti murali, sculture e arazzi –, condotta da artisti come Gastone Novelli, Toti Scialoja e Pietro Cascella, ma anche Arnaldo Pomodoro, autore della scultura (Sfera grande, 1966-1967) adiacente alla facciata. Lo stesso Del Debbio ideò i lampadari in vetro Venini collocati negli spazi interni e ispirati a un disegno modulare di Carlo Scarpa. Il Palazzo della Farnesina appare come un grande parallelepipedo ma, se osservato in pianta o da veduta aerea, si rivela per quello che è: due corpi gemelli (come una 'd' e una 'b' minuscole) in cemento armato, rivestiti in travertino e uniti da un corpo comune in fronte. Gli spazi architettonicamente liberi vanno a formare dei cortili interni, che si aprono nella parte posteriore dell’edificio. Con un’elevazione di nove piani e una facciata di 169 metri (larghezza) x 51 (altezza), si qualifica oggi come uno degli edifici più imponenti d’Italia. Attualmente, pur mantenendo la destinazione ad uso pubblico, conserva ed espone una collezione di opere di arte contemporanea.

Principi

  1. La sacralizzazione delle politiche totalitarie dell’Uomo nuovo attraverso le arti

  2. La fabbricazione della realtà dell’Uomo nuovo tramite la creazione di mitologie nazionali

  3. Il monumentalismo, ovvero la visualizzazione di soggettività e oggettività

Analisi

Monumentale struttura rivestita in travertino, a richiamare le sue radici laziali e romane, Palazzo Littorio venne commissionato con un intento ben preciso: racchiudere la sede del Partito Nazionale Fascista. Se nelle altre città italiane si procedeva alla costruzione di tante strutture satelliti, come la Casa del fascio di Como, a Roma non poteva che sorgere il quartier generale del partito. Dopo alcune indecisioni iniziali, la scelta definitiva della sede ricadde non più a ridosso del Colosseo, bensì nel quartiere ‘più giovane e attivo’ della capitale: quello del Foro Mussolini progettato da Del Debbio. In continuità con tale contesto, lo stesso Del Debbio – affiancato da Morpurgo e Foschini – fu firmatario anche di questo progetto, selezionato e scelto a discapito di altre soluzioni forse più innovative, certamente più ‘movimentate’, come quelle proposte da Adalberto Libera o Giancarlo Palanti, ad esempio.

Esito ultimo di svariati ripensamenti, l’edificio di Del Debbio-Morpurgo-Foschini si presentava decisamente sovradimensionato rispetto alle prime idee, ma privato della torre laterale che faceva invece parte di una delle due varianti del 1937. Attraverso un vocabolario architettonico monumentale, si voleva creare una sede unica per il partito, capace di dominare – visivamente, spazialmente e quindi anche metaforicamente – il quartiere e la città intera. Il fatto che fu lo stesso Mussolini a tracciare il perimetro dell’area destinata ad accogliere il nuovo edificio (come mostrato dalle foto dell’Archivio Luce) tradisce la volontà di inscenare una sorta di ‘rito di passaggio’ pubblico, di sacralizzazione di uno spazio ufficialmente consacrato alla politica fascista, alla guida del Paese.

Seppur costruito sulla base di linee ortogonali e volumi chiari, in nome di quella modernità linguistica che Del Debbio aveva utilizzato anche al Foro, Palazzo Littorio intendeva riallacciarsi a una tradizione tutta italiana: la tipologia architettonica del ‘palazzo’. Indicativo, in questo senso, era il trattamento del rivestimento in pietra, a bugnato in corrispondenza dello zoccolo e liscio e polito negli ordini superiori, come Palazzo Medici Riccardi di Michelozzo (1450-1460 circa), ad esempio. Ovviamente, seppur parimenti ‘signorile’, la Farnesina aveva aspirazioni di grandiosità che andavano ben al di là di quel modello storico e che si possono ritrovare in altri postumi esempi di regime, anche di senso opposto, come la Casa del Popolo di Bucarest (1983-1997).

Bibliografia

Ciucci, Giorgio. 2002. Gli architetti e il fascismo. Architettura e città 1922-1944. Torino: Einaudi.

Pooley, Eugene. 2015. 'Mussolini and the city of Rome'. In The cult of the Duce. Mussolini and the Italians. Manchester: Manchester University Press, 209-224.

Silvia Colombo