Enrico Prampolini, Le Corporazioni (1941)


Descrizione

Enrico Prampolini portò a compimento il grande mosaico intitolato Le Coporazioni nel 1941, quando la Seconda guerra mondiale era già iniziata. Se l’artista si occupò personalmente del disegno preparatorio (oggi parte delle collezioni del Museo dell’Ara Pacis di Roma), il mosaico fu messo in opera dalla Cooperativa mosaicisti di Roma, in accordo alle linee guida dettate dall’artista. Prampolini infatti diede minuziosamente indicazioni circa le dimensioni (tra 10x10 e 20x30 mm) e la matericità delle tessere, che erano in marmo, ma anche in pasta di vetro, pietre e smalti. Collocato sulla parete esterna dell’edificio destinato a ospitare il Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari, il mosaico faceva mostra di sé su una delle vie principali del nuovo quartiere EUR, speculare a Le Professioni e le Arti di Fortunato Depero. Le Corporazioni doveva rientrare quindi nel programma di rinnovamento artistico e architettonico della capitale, in vista dell’Esposizione Universale che si sarebbe dovuta tenere nel 1942 (poi annullata a causa della guerra). Come suggerisce il titolo, l’opera intendeva rappresentare alcune corporazioni del tempo – il commercio e il credito, l’agricoltura e l’industria: la loro presenza si tradusse tanto in personificazioni (primo piano), quanto in simboli (sullo sfondo). Nel 1992 il mosaico andò incontro a un importante cantiere di restauro finanziato dalla Banca di Roma.

Principi

  1. La sacralizzazione delle politiche totalitarie dell’Uomo nuovo attraverso le arti

  2. La fabbricazione della realtà dell’Uomo nuovo tramite la creazione di mitologie nazionali

  3. Il monumentalismo, ovvero la visualizzazione di soggettività e oggettività

Analisi

La sinestesia tra le arti non era estranea a Prampolini, quando si accinse all’esecuzione del mosaico Le Corporazioni. All’inizio degli anni Quaranta egli aveva già lavorato ad altri progetti decorativi di palazzi pubblici, da solo o in collaborazione con altri, come nelle Comunicazioni, mosaico eseguito con Fillia per il Palazzo delle Poste di La Spezia. Nel caso romano, è importante notare come la decorazione urbana concorresse alla formazione di un’idea di bellezza estetica a un livello pubblico, poiché andava a collocarsi sulla parete esterna di un edificio, sulla strada, alla vista di tutti, passanti e turisti.

Da un punto di vista più strettamente politico, il lavoro di Prampolini per l’EUR andava certamente a ricollegarsi all’imminente Esposizione Universale E42, ma anche alla recente costituzione della Camera dei fasci e delle Corporazioni (1939), in sostituzione della Camera dei deputati. Le Corporazioni fasciste ufficialmente costituite nel 1934 in numero di 22, erano quindi un sistema strategico e funzionale all’economia e alla politica interna di regime. Prampolini venne chiamato in qualità di ‘portavoce ufficiale’ di tale situazione: era necessario mettere in luce la dinamica del corporativismo, della tutela del gruppo a discapito del singolo individuo.

L’artista, con il mosaico Le Corporazioni, contribuì alla creazione del mito corporativo. Se il lavoro era necessario all’uomo, come valore morale da perseguire, il corporativismo diventava un elemento importante, contatto diretto tra il passato (si pensi alle gilde medievali e alle associazioni di arti e mestieri) e il presente. Un ‘manifesto per immagini’ reso attraverso un linguaggio monumentale e al tempo stesso simbolico in cui emblemi e personificazioni potevano essere facilmente individuati ma dovevano essere più sottilmente interpretati. Le corporazioni, all’interno di questo lavoro, erano quattro imponenti figure a metà tra automi – le macchine, ricorrenti nella produzione dell’artista– e forme geometriche in dissolvenza. L’economia, il commercio, l’agricoltura e l’industria rappresentavano i pilastri dell’economia fascista e la loro presenza, evidentemente imponente, veniva ripetuta dai simboli sullo sfondo, eco e cassa di risonanza della composizione.

Bibliografia

Lista, Giovanni. 2013. Prampolini futurista europeo. Roma: Carocci.

Ori, Eva. 2014. Enrico Prampolini tra arte e architettura. Teorie, progetti e arte polimaterica. Tesi di dottorato, Alma Mater Studiorum, Bologna.

Silvia Colombo