Carlo Emilio Gadda, Il castello di Udine, (1934)


Descrizione

Il castello di Udine è il secondo libro che Gadda dà alle stampe nel 1934 per le Edizioni di Solaria. É una raccolta di racconti che riunisce una serie di prose che lo scrittore aveva già dato alle stampe altrove, in rivite: l'Ambrosiano, Solaria e l'Italia letteraria. Questo romanzo garantisce a Gadda una certa notorietà poichè gli viene conferito il Premio Bagutta per l'anno 1935, un riconoscimento che gli assicura una fama a livello nazionale con recensioni di critici di prim'ordine quali Gianfranco Contini, Giuseppe De Robertis, Giorgio Devoto, Alfredo Gargiulo, e Carlo Linati. Mancante di una continuità di trama narrative, il Castello è diviso in tre parti: la prima intitolata 'Il castello di Udine', la seconda 'Crociera mediterranea' e la terza 'Polemiche e pace'. La prima parte racchiude prose e ricordi legati all'esperienza della Grande Guerra che lo scrittore raccoglierà in seguito nel Giornale di guerra e di prigionia (1955), la seconda parte descrive la rotta tipica delle crocere d'elite nel Mediterraneo negli anni Trenta e la terza affonda il colpo sulle nevrosi e ipocrisie dell'uomo.

Principi

  1. La legittimazione della partecipazione dell’artista/intellettuale nella sfera pubblica

  2. Il ruolo del cosmopolitismo nella modernizzazione del campo artistico italiano

  3. La manipolazione mediatica dei cittadini: intrattenimento, evasione e consenso

Analisi

Il Castello presenta prose di varia natura, ma è già chiara la propensione di Gadda verso la sperimentazione linguistica che si traduce in una trasformazione grottesco-sarcastica della realtà in quanto tale. La raccolta si apre con un glossario per i lettori 'Sinossi delle abbreviazioni usate annotando' per facilitare nei lettori la comprensione della complessità linguistica, della vena espressionista dell'Ingegnere, il quale vi appone anche una nota a firma di un certo Dott. Feo Averrois che si presenta come il traduttore dell'opera. Tra le pagine del libro, si alternano pertanto una dimensione cronachistica e una di sperimentazione linguistica.

Il libro è ricco di spunti che partono da altrettante e molteplici angolature: la prima parte è la riflessione di un intellettuale primoniovecentesco sulla Guerra che da molti e non solo i futuristi era stata interpretata come la possibilità di rigenerarsi da parte di una nazione ai margini dello scacchiere europeo. Gadda medesimo era stato un fervente interventista, ma con il fine di trovare nell'impresa bellica una propria dimensione di razionalità, di etica e di autodisciplina. La Guerra non era per lui la marinettiana 'igiene del mondo' ma una forma di autoriflessione di carattere razionalizzante. Gadda dà voce a questa delusione dell'intellettuale primonovecentesco che ha capito l'irrazionalità del male, ma che allo stesso tempo non può smettere di credere nella ragione in un alternanza di modernità, di crollo dei valori ottocentesco-liberali e di consolidamento del passato.

La seconda parte è invece incentrata sulla descrizione di episodi che puntellano una crociera nel Mediterraneo, viaggio tradizionale per la borghesia e l'alta borghesia italiana dell'epoca. La penna di Gadda sfoga il suo sarcasm contro le aspirazioni cosmopolite della borghesia italiana, incapace a suo giudizio di comprensione vera dell'altro. I racconti diventano altresì un accumularsi di dettagli, di descrizioni che non seguono una logica prestabilita se non quella di un io-osservante/narrante che rimane fondametnalmente estraneo al presente.

Nella terza sezione di dichiarate ed esplicite polemiche, il racconto 'La fidanzata di Elio' spicca per le note aspre della critica gaddiana verso il conformismo imperante. La fidanzata di Elio è la donna perfetta che diventa, per apparente libera scelta, un ingranaggio in una macchina sociale che lei, il marito, ma anche gli altri protagonisti, non riescono a comprendere ma che accettano come ineluttabile. La critica di Gadda non si rivolge esplicitamente al regime ma ad un modo di rapportarsi al sociale che manca di qualsiasi criticità e capacità di osservazione razionale e distaccata del mondo. E pertanto all'occasione del matrimonio di Elio, la borghesia si esprime attraverso: 'Quarantaquattro lettere di congratulazioni e un vassoio di biglietti'. "La compagna che ti sei scelta…". Le zie di Elio non avevano mai stilato una prossa così commovente' (135).

Bibliografia

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