Ugo Betti, Frana allo scalo nord (1936)


Descrizione

Frana allo scalo nord è un 'dramma-inchiesta' in tre atti scritto nel 1932, pubblicato nel 1935 sulla rivista Scenario e rappresentato per la prima volta il 28 novembre 1936 al Teatro Goldoni di Venezia dalla compagnia Palmer-Almirante. L’opera mette in scena una vicenda tragica ambientata in un paese 'straniero', non meglio identificato, forse per sfuggire alla censura fascista: durante la costruzione di una linea ferroviaria, una frana ha ucciso alcuni operai, lasciandone altri feriti o impazziti. Un’inchiesta giudiziaria viene aperta per accertare le responsabilità, e affidata al giudice Parsc.

Principi

  1. La legittimazione della partecipazione dell’artista/intellettuale nella sfera pubblica

  2. Il ruolo del cosmopolitismo nella modernizzazione del campo artistico italiano

Analisi

Prima di essere un drammaturgo, Ugo Betti era un magistrato: questo insolito binomio professionale emerge chiaramente nella sua produzione teatrale. La sua attività di magistrato, infatti, fa da base tematica, etica, ma anche strutturale e stilistica per molte delle sue opere teatrali, tra cui quelli che sono considerati i suoi capolavori: Frana allo scalo nord e Corruzione al palazzo di Giustizia. Questi drammi infatti sono impostati come dei processi-inchiesta, che seguono uno schema corrispondente alle fasi di un processo giudiziario: accusa, difesa, valutazione delle prove, ascolto dei testimoni, sentenza. Questa struttura drammaturgica peculiare viene sostenuta da una scrittura asciutta, essenziale e intensa. L’orizzonte etico-morale dei drammi, allo stesso modo, è costituito dai temi quali la responsabilità individuale e collettiva, la colpa, il giudizio, l’assoluzione, la pietà. Ne deriva una produzione artistica con un forte legame con la realtà, attraverso cui si realizza la responsabilità sociale e morale dello scrittore.

Questo legame con la realtà si manifesta, nel caso di Frana allo scalo nord, addirittura nell’esistenza di due antecedenti paratestuali, che confermano il radicamento dell’opera nella realtà e nella casistica giudiziaria, attraverso un processo di creazione artistica che consiste nella sublimazione progressiva della dimensione fattuale e cronachistica in un’opera di valore estetico e simbolico. Il primo di questi due testi è un saggio con cui Betti partecipò al concorso per avvocato delle Ferrovie dello Stato nel 1920, intitolato Considerazioni sulla forza maggiore come limite di resonsabilità nel vettore ferroviario. In questo scritto l’autore esamina la questione della colpa individuale nel caso di una frana causata da un’inondazione, come nel caso di Frana allo scalo nord. Il secondo testo è una prima stesura del manoscritto che precede il dramma vero e proprio, intitolato Franamento in Via Suez (cf. Tuscano 1996).

L’inchiesta rappresenta la ricerca incessante della verità, tema fondamentale nell’opera di Betti, che dovrebbe portare al giudizio: a identificare dei colpevoli e degli innocenti. Tuttavia, nonostante inizialmente sembri che la responsabilità sia da attribuire in gran parte al costruttore Gaucker, l’indagine si complica e il cerchio delle responsabilità si allarga, a causa delle reciproche accuse ma anche delle confessioni dei personaggi coinvolti. Diventa sempre più evidente che la “verità” è, in maniera pirandelliana, complessa e ambivalente, così come le categorie di bene e male. L’inchiesta si conclude quindi con l’idea che la pietà, più che il giudizio, la condanna o l’assoluzione, sia l’unica risposta possibile. Il realismo e la spiccata dimensione sociale coesistono con una dimensione simbolica, determinata da una cristallizzazione dei personaggi in simboli, che ha portato la critica ad accostare l’opera al “teatro d’atmosfera”. Questa dimensione simbolica è rappresentata, ad esempio, in Frana allo scalo nord, dall’espediente narrativo dei morti che vengono chiamati a testimoniare insieme ai vivi.

Pur nella sua unicità e spiccata originalità, il teatro di Ugo Betti presenta forti legami con la coeva tradizione drammaturgica europea, in particolare con il teatro tragico del Novecento e con il pensiero tragico contemporaneo. Alcuni critici hanno colto nella sua opera un esistenzialismo ante litteram che lo collega soprattutto a Sartre, espresso principalmente nel tema della ricerca della verità e i suoi sviluppi.

Bibliografia

Caracciolo, Allì. 2003. La tragedia sospesa. Definizione della tragedia moderna nel teatro di Ugo Betti. Salerno: Ripostes.

Fontanelli, Giorgio. 1985. Il teatro di Ugo Betti. Roma: Bulzoni.

Luzi, Alfredo. Colpa e pietà in Frana allo Scalo Nord *, http://new.lecentocitta.it/colpa-e-pieta-in-frana-allo-scalo-nord/

Luzi, Alfredo (a cura di). 1996. Ugo Betti letterato e drammaturgo, Atti del Convegno tenuto a Camerino il 5-7 giugno 1992. Macerata-Camerino: Università di Macerata-Camerino.

Tuscano, Pasquale. 1996. 'Morale comune e responsabilità collettiva nell’elaborazione di Frana allo Scalo Nord: dal racconto del manoscritto inedito al dramma.' In Ugo Betti: letterato e drammaturgo. Macerata-Camerino: Università di Macerata-Camerino.

Verdenelli, Marcello. 2011. La sofferenza della parola: il teatro di Ugo Betti. Pesaro: Metauro Edizioni.

Laura Pennacchietti