Cesare Vico Lodovici, La ruota, (1931)
La ruota è un dramma del 1931 di stampo cechoviano, rappresentato al Teatro Valle, a Roma, il 23 gennaio 1933 dalla compagnia di Marta Abba, sotto la direzione di Pirandello. È diviso in tre parti, prologo, monologo ed epilogo: il prologo presenta agli spettatori l’esistenza squallida della protagonista, Maria; il monologo rappresenta la sua evasione nel sogno, fino al drammatico epilogo della terza parte. Maria è un’impiegata in un piccolo paese della provicia italiana, sposata da dieci anni a un maestro elementare rozzo e autoritario. La donna sente di aver sprecato la sua gioventù; conduce un’esistenza piatta e priva di qualsiasi emozione. L’arrivo all’ufficio postale di un ufficiale straniero venuto a spedire una lettera crea un turbamento nell’interiorità di Maria, che comincia ad avere visioni e allucinazioni in cui si vede vivere momenti d’amore con persone reali e immaginate, alcune provenienti dal suo passato. La notte, turbata dai sogni, si concede al marito con una passione mai prima conosciuta, ma di giorno, tornata in sé, lo allontana con rabbia e disprezzo; il dramma si conclude con il suicidio di Maria, che si lascia trascinare dalla ruota di un mulino.
La legittimazione della partecipazione dell’artista/intellettuale nella sfera pubblica
Il ruolo del cosmopolitismo nella modernizzazione del campo artistico italiano
La manipolazione mediatica dei cittadini: intrattenimento, evasione e consenso
Lodovici è un rappresentante del teatro 'intimista' insieme a Fausto Maria Martini e Renato Simoni. Questa forma teatrale del primo dopoguerra ha come prerogativa l’analisi psicologica ed emotiva e la trasposizione scenica dei moti interiori dell’animo umano, soprattutto femminile. Un teatro, dunque, che si piega sull’interiorità dei personaggi, sul non detto e l’accenno, su forme tradizionali. Vi era in questo atteggiamento artistico un elemento di chiusura all’esterno, alle circostanze contemporanee, alla situazione storico-politica; tutto sommato, un elemento di evasione. Non a caso, era una produzione teatrale diretta in larga parte al pubblico borghese, che proponeva una dissezione psicologica di personaggi spesso simili a loro e offriva un modo di commuoversi e astrarsi dalla realtà. Il bisogno di evasione da esistenze squallide, insensate o dolorose è anche un tema ricorrente di queste opere; La ruota è un esempio di questa tendenza. Il linguaggio si adegua a questa poetica e tende a non affermare ma a suggerire, celando sentimenti e motivazioni profonde dietro dialoghi apparentamente banali, secondo l’idea, che sta alla base della drammaturgia intimista, che 'gli aspetti esteriori siano soltanto i segni di una realtà più profonda: come i barbagli di un arcano incendio' (Lodovici 1929, 8).
Come altre forme teatrali nate in questo periodo (per esempio il 'teatro del grottesco'), anche il teatro intimista prende le mosse da un senso di smarrimento e sconvolgimento percepito nel primo dopoguerra, legato a uno sgretolamento di punti di riferimento socio-culturali e crisi dei valori; tuttavia, a differenza di altri movimenti che propongono innovazioni e cambiamenti radicali, il teatro intimista resta all’interno della tradizione e cerca di riproporre elementi del teatro tradizionale in forme diverse, più 'moderne', mediante una riscoperta di valori intimi e situazioni ordinarie, sempre raccontati con delicatezza e descrizione. Lo svolgimento di molte pièces intimiste segue spesso uno schema piuttosto semplice: il personaggio principale sente il bisogno di evadere da un’esistenza mediocre e sogna ad occhi aperti, ma il tentativo di evasione irrimediabilmente fallisce e il personaggio viene riportato alla dura realtà, spesso resa ancora più dolorosa dalla fuga sognata. La ruota segue questo schema.
Antonucci, Giovanni. 1988. Storia del teatro italiano del Novecento. Roma: Studium.
Bottoni, Luciano. 1975. Storia del teatro italiano. 1900-1945. Bologna: il Mulino.
Ludovici, Carlo Vico. 1929. 'Forme d’arte contemporanea – Il teatro intimista.' La fiera letteraria 5 (24 febbraio).
Lodovici, Carlo Vico. 1955. L’incrinatura. Ruota. La donna di nessuno, a cura di Renato Simone. Roma: Casini Editore.
Stäuble, Antonio. 1975. Il teatro intimista: contributo alla storia del teatro italiano del Novecento. Roma: Bulzoni.
Laura Pennacchietti